La nuova normativa italiana sul whistleblowing
La nuova normativa italiana sul whistleblowing
Articolo a cura di Marcello Fumagalli
pubblicato il 20/04/23 su www.milanofinanza.it
Il Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2023 – a seguito di un lunghissimo periodo di gestazione - ha provveduto ad approvare il D.lgs. n. 24 del 10 marzo 2023, recependo la Direttiva UE 2019/1937 in materia di tutela dei “whistleblowers” in caso di segnalazione di violazioni rilevate all’interno della struttura aziendale.
Gli impatti della nuova normativa sui soggetti del settore pubblico e privato diventeranno effettivi a partire dal 15 luglio 2023 per tutti i soggetti con più di 250 dipendenti e dal 17 dicembre 2023 per le società private con meno di 250 dipendenti, oltreché per quelle già provviste di un modello 231 a prescindere dalla loro dimensione.
Si tratta quindi di un considerevole ampliamento della platea dei soggetti convolti, che arriverà a circa 300.000 società chiamate ad implementare canali interni di ricezione delle segnalazioni, con la conseguenza di dover affidare il compito della relativa gestione a figure professionali (appartenenti ad un ufficio interno oppure individuate esternamente) dotate di competenze adeguate.
Il tutto tenendo bene a mente gli impatti sulla protezione dei dati personali, che impongono il compimento di adempimenti previsti dal GDPR e dal Codice privacy italiano (quali, tra gli altri, la DPIA obbligatoria, un’informativa a norma, la nomina di soggetti autorizzati, la regolamentazione dei rapporti con fornitori), onde garantire la tutela della riservatezza dei whistleblowers imposta dall’art. 12 del nuovo D.lgs. 24/2023.
Come se non bastasse, il legislatore italiano ha previsto anche l’istituzione di un secondo canale di segnalazione – questa volta esterno – affidato alla completa gestione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), a cui i whistleblowers possono accedere in presenza di specifiche circostanze (ad es., l’assenza di un canale interno alla propria azienda o il mancato tempestivo riscontro di una segnalazione).
Quanto detto porta, dunque, a prevedere un sensibile aumento del numero delle segnalazioni future, considerato anche e soprattutto l’ampliamento delle categorie di persone legittimate a segnalare, tra cui – a mero titolo esemplificativo - i dipendenti, i collaboratori, i lavoratori autonomi, i consulenti, gli azionisti, i tirocinanti e, persino, le persone in fase di selezione.
Proprio con riferimento al numero delle segnalazioni annuali, un dato emblematico viene fornito direttamente dall’ANAC, che ha registrato il passaggio dalle 125 segnalazioni del 2015 alle 873 del 2019, con un leggero calo nel 2020 e nel 2021 (circa 600) giustificato in larga parte dalla pandemia e dalla riduzione della presenza dei lavoratori nei locali aziendali.
Si tratta, tuttavia, di un dato che tenderà a salire già a partire dall’anno in corso, proprio in conseguenza delle nuove disposizioni introdotte dal D.lgs. 24/2023 che, tra le altre cose, ha anche ampliato le tipologie di violazione segnalabili, ricomprendendo gli illeciti amministrativi, contabili, civili o penali, le violazioni dei modelli 231 e le condotte illecite previste dal D.lgs. 231/2001 (quali, ad es., il peculato, la concussione, i delitti informatici, ecc.).
La consolidata esperienza di BDO in materia di whistleblowing, che ha permesso di sviluppare un’offerta completa di servizi relativi all’elaborazione di piattaforme per la raccolta delle segnalazioni e alla definizione di funzioni e processi aziendali di gestione degli alert nel pieno rispetto di tutte le richieste normative, consente quindi di poter dire che si sta aprendo una stagione ricca di novità per le organizzazioni interessate dal nuovo decreto legislativo, che dovranno fare i conti con i costi connessi alle operazioni di adeguamento anche al fine di evitare le ingenti sanzioni - comprese tra 10.000 e 50.000 euro - irrogate direttamente dall’ANAC.
Da un lato, vi potrebbe essere infatti la necessità di rivolgersi al mercato dei software per l’individuazione e il trattamento dei casi di whistleblowing e, dall’altro, la necessaria gestione delle segnalazioni impone il ricorso a figure professionali altamente specializzate in molteplici settori (da quello giuslavoristico a quello ambientale, a quello alimentare e così via), che si occupino, tra l’altro, della compliance normativa, della valutazione di processabilità della segnalazione e dei flussi di interlocuzione con i vari soggetti coinvolti.
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