Il recente intervento del Legislatore con cui è stata data attuazione alle Direttive UE 2018/1673 e UE 2019/713 del Parlamento europeo e del Consiglio ha comportato significativi riflessi sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Infatti, a fronte dell’estensione dell’area applicativa dei reati di ‘money laundering’ per effetto dell’ampliamento del catalogo dei ‘reati fonte’ da un lato e dell’introduzione nel catalogo dei reati presupposto 231 delle fattispecie di cui agli artt. 493 ter, 493 quater e 640 ter c.p. (nell’ipotesi aggravata) dall’altro, le Società dovranno necessariamente preoccuparsi di continuare ad essere compliant rispetto alle previsioni del Decreto 231, ponendo in essere tutti gli adempimenti necessari a tale scopo.
In questo senso, le Società non dovranno soltanto aggiornare il proprio Modello organizzativo per dare atto ai propri stakeholder delle novità normative ma soprattutto aggiornare le valutazioni del rischio di responsabilità amministrativa a proprio carico relativamente alle fattispecie di reato modificate dalle recenti novità normative.
Di pari passo con le attività sopra indicate gli enti potranno, altresì, valutare l’opportunità di creare/implementare delle procedure aziendali per far più adeguatamente fronte ai nuovi emergenti rischi in materia 231.
A seguire, il dettaglio delle modifiche recentemente intervenute e alcune considerazioni di impatto operativo.
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