Mini Contratti di Sviluppo: la nuova misura per il Sud

Con il decreto del Ministro delle imprese e del Made in Italy del 12 agosto 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 ottobre 2024, sono state definite le modalità di attuazione operativa del nuovo strumento agevolativo “Mini Contratti di Sviluppo”.

L’intervento risulta finanziato dal Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale (PN RIC) 2021-2027 e, con risorse finanziarie pari a 300 milioni di euro, sostiene la realizzazione di programmi di investimento coerenti con le finalità e gli ambiti tecnologici definiti dalla piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (Regolamento STEP).

Chi potrà presentare domanda?

La misura si rivolge a imprese di qualsiasi dimensione che dispongono alla data di presentazione della domanda di almeno due bilanci approvati e depositati e che non hanno effettuato delocalizzato nei due anni precedenti. Restano escluse le imprese in difficoltà o che risultano destinatarie di sanzioni interdittive o i cui legali rappresentati o amministratori siano stati condannati.  

Quali sono le caratteristiche dei progetti?

I piani di investimento, da avviare successivamente alla presentazione della domanda, devono riguardare un’unica unità produttiva localizzata in Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
A differenza dei Contratti di Sviluppo, l’ammontare dei progetti deve essere compreso tra 5 e 20 mln di euro e l’impresa ha obbligo di garantire la copertura con mezzi propri per il 25% della spesa. Inoltre, i progetti devono contribuire all’incremento occupazionale e al rispetto del principio del DNSH.

I piani di sviluppo possono riguardare:

  1. la creazione di una nuova unità produttiva;
  2. l’ampliamento della capacità di produzione di un’unità produttiva esistente;
  3. la riconversione di un’unità produttiva esistente, intesa quale diversificazione della produzione per ottenere prodotti mai fabbricati in precedenza;
  4. la ristrutturazione di un’unità produttiva esistente, intesa quale cambiamento fondamentale del processo produttivo esistente attuato attraverso l’introduzione di elementi innovativi, emergenti e all’avanguardia con un notevole potenziale economico.

Quali sono le spese ammissibili?

Risultano ammissibili le seguenti categorie di spesa:

  • Suolo aziendale e sue sistemazioni, nel limite del 10% dell’investimento complessivo
  • Opere murarie e assimilate, nel limite del 40% dell’investimento complessivo
  • Macchinari, impianti, attrezzature, incluse le spese per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili o di cogenerazione. Per tale categoria non sono presenti limiti di spesa.
  • Programmi informatici, brevetti, licenze, know-how, conoscenze tecniche non brevettate concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi. Per le imprese di grandi dimensioni tali spese sono ammissibili fino al 50% dell’investimento.

Solo per le PMI sono altresì ammissibili le spese relative a consulenze per la realizzazione dei piani di investimento nella misura del 4% dell’importo complessivo.

Sono presenti delle specifiche in relazione alle spese ammissibili?

Si, il decreto del 12 agosto presenta due casistiche relative alla tipologia e alla dimensione di intervento:

  • nel caso di investimenti per ristrutturazioni realizzati da imprese di grandi dimensioni, i costi ammissibili devono superare l’ammortamento degli attivi relativi all’attività oggetto di intervento nei tre esercizi finanziari precedenti.
  • per gli aiuti concessi alle imprese di grandi dimensioni o alle Pmi per la diversificazione di uno stabilimento esistente, i costi ammissibili devono superare almeno del 200% il valore contabile degli attivi riutilizzati, registrato nell’esercizio finanziario precedente l’avvio dei lavori.

Qual è l’agevolazione riconosciuta?

L’agevolazione è riconosciuta sotto forma di contributo a fondo perduto, ai sensi del Regolamento GBER, pari al:

  • 55% delle spese ammissibili per le piccole imprese;
  • 45%, per le medie imprese
  • 35%, per le grandi imprese.

Esclusivamente per le spese relative a consulenze connesse alla realizzazione del piano di investimenti, le agevolazioni sono concesse nella misura del 50% delle spese ammissibili.

Quando è possibile presentare la domanda?

Le domande potranno essere presentate attraverso la piattaforma di Invitalia nei termini e modalità definite da un successivo provvedimento e la valutazione avverrà secondo criteri di solidità finanziaria, sostenibilità ambientale e innovazione, con il riconoscimento di punteggi aggiuntivi per le aziende con certificazioni ambientali, di legalità o parità di genere.